ESPLORA
GLOSSARIO
La complessa arte del tappeto persiano si intreccia con la
quotidiana vita sociale e religiosa in ogni villaggio. Questa
breve guida on line cerca di fornire alcuni rudimenti del settore.
A
ABRASH:
con questo termine si indicano delle variazioni di tono
o di intensità di uno stesso colore causate, generalmente,
dalla diversità di tintura delle fibre utilizzate. L'abrash
autentico non viene considerato un difetto, ma una prova
della genuinità del manufatto. Purtroppo oggi se ne creano
di falsi per documentare l'autenticità di un esemplare.
ALBERO DEL SOLE:
simbolo di antica origine.
ALBERO DELLA VITA:
antico simbolo orientale di fertilità e prosperità.
Compare spesso nei tappeti da preghiera.
ALLUME:
materiale (solfato di alluminio e potassio) usato come
fissante nella tintura delle fibre.
APPLICAZIONE:
elemento di stoffa, pelle, feltro o placchetta metallica,
cucita come decorazione.
ARABESCO:
motivo decorativo costituito da disegni floreali
stilizzati che si possono riprodurre all'infinito.
ARAZZO:
panno tessuto manualmente su telaio.
ASMALYK:
coperta omamentale per i fianchi del cammello.
B
BAFF:
in persiano indica nodo. Turkbaff, nodo turco;
Farsibaff, nodo persiano.
BAFT:
termine iraniano che significa tessuto e, talvolta,
viene utilizzato associato a differenti origini. Per esempio
Sench Baft significa tessuto come a Seneh,
Baft-E-Seneh significa "tessuto proveniente da
Sench".
BOKSHE:
borsa a busta lavorata in un unico pezzo.
BOTE':
motivo decorativo, di forma ovoidale, con la punta
ripiegata a uncino.
BROCCATO:
particolare tipo di stoffa. Nei tappeti sia ad indicare
l'intrecciatura all'ordito e alla trama di fili d'oro e
d'argento a formare degli anelli.
C
CAGIARINO:
termine con cui nel secolo XV e XVI si indicavano a
Venezia i tappeti che provenivano dal Cairo.
CAMPO:
è la parte centrale, la più ampia del tappeto,
delimitata dai bordi e dove si trova il motivo principale.
CANTONALE:
il disegno che si presenta negli angoli del campo, intorno
ad un motivo centrale o sopra al mihrab.
CARDARE:
sciogliere e pettinare la lana.
CARTIGLIO:
ornamento a forma ovale allungata, talvolta rettangolare
nelle bordure, con iscrizioni coraniche o con la firma
dell'artista.
CARTONE:
termine tecnico che indica il disegno preparatorio di un
tappeto in scala su carta millimetrata.
CEMCE:
borsa per posate, specchi e simili.
CHEVRON:
motivo decorativo costituito da delle V
concentriche.
CHI-CHI:
motivo decorativo cinese costituito da nastri fluttuanti.
Tipologia molto rara del Caucaso Orientale.
CH'I-LIN:
animale di fantasia (simile all'unicorno) tipico del
repertorio decorativo cinese.
CHUVAL:
sacca per provviste e oggetti di uso quotidiano, spesso
anche decorazione da parete.
CICEKLI:
Kilim con disegno floreale.
CIMOSA:
margine dei lati corti del tappeto (detto anche bordo).
COLONNA (tappeto a):
indica tappeti anatolici con delle colonne che sostengono
il mihrab.
CORNICE (del tappeto):
la parte che delimita il campo del tappeto, in genere
formata da due bordi.
CORROSIONE:
processo di macerazione cui vanno soggetti i colori
marrone scuro e nero trattati con mordente a base di ossido
di ferro. Col tempo la lana si intacca in alcuni punti per
l'azione dell'aria. La corrosione non determina una perdita
di valore, ma stabilisce un'epoca.
CUFICO:
motivo di bordo ispirato dalla scrittura araba arcaica
dello stesso nome.
D
DOZAR:
termine iraniano che significa due zar (zar come
termine di misura, vedi). Si utilizza per indicare tappeti
dalle dimensioni di circa 2 x 1,40 metri.
DRAGO:
animale di fantasia utilizzato nei tappeti cinesi e
caucasici, formato da dodici parti di altrettanti animali
raffigurati in stili diversi.
E
ELMALI:
nome del motivo a pomo.
EYERLIK:
coperta da sella.
F
FARSH:
tappeto, in lingua persiana moderna.
FINDIK (FINDIKLI):
delicati tappeti a piccoli disegni.
FINITURA:
fermatura della testata inferiore e superiore, per evitare
le sfrangiature.
FLOCHE (FLOSCH):
termine commerciale per i tappeti sintetici, prodotti con
materiali diversi (misto seta artificiale, cotone
mercerizzato, fibre sintetiche).
FRANGIE:
prolungamento della catena alle estremità del tappeto,
spesso annodate.
G
GARZARE:
opera di rifinitura nella lavorazione della lana per
renderla morbida e flessibile.
GASHOKDAN:
borsa per posate, specchi e simili.
GERMETSH (GERMECH):
tappeto d'ingresso che, steso fra gli stipiti della porta,
proteggeva dalla polvere e dai piccoli animali.
GHIORDES:
città dell'Anatolia dove Alessandro sciolse l'omonino
nodo; il termine viene usato per indicare il sistema di
annodatura utilizzato dai turchi (nodo turco). Tipologia di
tappeti anatolici.
GIARDINO (tappeto):
un tappeto il cui campo, diviso in varie parti, è
decorato con il disegno di un giardino persiano.
GUL:
fiore in turco, emblema decorativo tipico di ogni tribù
turcomanna. Originariamente erano disegni totemici dei quali
oggi nessuno comprende il significato.
H
HERATI:
motivo decorativo fioreale tipico dei tappeti annodati
nella città di Herat (Afghanistan), da cui prende il nome.
HEYBE:
borsa doppia che si appende sul dorso di un animale da
soma. Le tasche sono generalmente annodate, la fascia che le
collega è del tipo Kilim.
HOLBEIN:
indica un tappeto simile a quelli dipinti dal pittore Hans
Holbein il Giovane.
HORROR VACUI:
indica un tappeto decorato in ogni sua parte.
HOSPICE DE LA SAVONNERIE:
fabbrica di sapone, vicino a Parigi, dove si fabbricavano
i tappeti.
HU TIEH:
farfalla in cinese, simbolo di lunga vita.
I
J
JUFTI:
nodo compiuto su quattro o più catene dell'ordito, viene
detto anche doppio nodo o nodo Fraudolento.
KARAKUL:
indica una qualità di lana. Nella regione di Samarcanda,
dalla quale provengono le pelli d'Astrachan, gli
agnelli più giovani forniscono una lana setosa e fine (lana
di Karakui) utilizzata per la realizzazione dei tappeti più
fini. Esiste una lana simile a questa proveniente dagli
agnelli allevati sugli altopiani dell'Iran denominata Lana
Kork.
KARAMANIE:
termine originario della Turchia centrale utilizzato per
indicare i Kilim fabbricati nella regione di Karaman.
Contrariamente ai Sumak, i Kilim di questa regione non
avevano alcuna differenza fra il rovescio e il dritto, per
questo venivano detti double face. In seguito tutti i
Kilim double face vennero chiamati Karamanie,
nome divenuto sinonimo di un certo tipo di tessitura.
KARKHANA:
manifattura statale addetta alla fabbricazione di tappeti
e altri oggetti d'arte.
KELLEY:
misura di derivazione turca: la lunghezza è quasi pari al
doppio della larghezza.
KENARE':
indica il formato di un tappeto lungo e stretto (detto di
galleria) avente una larghezza di circa 1 metro ed una
lunghezza che può raggiungere i 3, 4 o 5 metri.
KILIM (o Ghilim o Kelim):
termine turco che indica un tappeto non annodato, piatto,
a doppia faccia. Tale termine varia secondo le regioni:
Ghilim in Iran, Sileh, Verneh o Sumak nel Caucaso.
KIS:
tappeti eseguiti dalle ragazze turche per il proprio
corredo di nozze.
KORK:
termine iraniano che designa la lana prelevata dagli
agnelli di qualche settimana, che ha la particolarità di
essere soffice e setosa. È utilizzata soprattutto a Kashan,
Isfahan, Tabriz. Col termine Kork (es. Isfaban Kork, Kasban
Kork) oggi si indicano generalmente le lane di eccellente
qualità, fini e morbide utilizzate nella tessitura di bei
tappeti.
L
LAMPADA DI MOSCHEA:
motivo decorativo utilizzato nei tappeti da preghiera per
indicare il verso dello stesso o con intenti esclusivamente
ornamentali.
LAZY LINES:
(dall'inglese - linee pigre), si presentano sul tappeto
quando due o più annodatori lavorano allo stesso esemplare
e uno procede più lentamente dell'altro. Sono tipiche dei
tappeti più antichi.
LICCIO:
elemento del telaio che serve ad alzare e abbassare le
catene dell'ordito.
LOTTO:
tappeto simile a quelli dipinti dal pittore Lorenzo Lotto.
M
MANO STILIZZATA:
simbolo islamico che indica i cinque personaggi
particolarmente venerati (Maometto, Ali, Fatima, Hasan e
Hosein).
MAZARLIK:
tappeto per la sepoltura i cui motivi principali (salici,
cipressi) vengono ripetuti più volte.
MEDAGLIONE:
decorazione principale che si colloca al centro del
tappeto.
MEDACHYL:
motivo di bordatura a denti bicolori.
MEDIJDI:
tappeti che presentano disegni di ispirazione occidentale,
francese in particolare.
MIHRAB:
è la nicchia che in tutte le moschee rappresenta la Porta
del Paradiso e indica la direzione della Mecca, e quindi
la direzione della preghiera. Tale decorazione, essenziale
nel tappeto da preghiera, viene rappresentata in diverse
forme, spesso tipiche delle zone di provenienza.
MINBAR:
pulpito dal quale si dirige la preghiera.
MOHAIR:
lana pregiata ricavata dal pelo di capre d'angora. Deriva
dal termine arabo-persiano mohayyar (scelta).
MORESCO:
stile artistico della civiltà araba dell'Africa
settentrionale, della Sicilia e della Spagna.
MOCHTACHEM:
con questa definizione si contraddistinguono i tappeti
Kashan dell'ultimo quarto del XIX secolo. Di qualità e
bellezza eccezionale.
MUDEJAR:
termine che in Spagna indicava i musulmani sudditi di un
sovrano cristiano.
N
NODO:
parte essenziale del tappeto, dal momento che forma la
decorazione grazie ai materiali colorati con cui viene
effettuato e annodato sulla catena. I nodi più importanti
sono il Sehna (o nodo persiano) e il Ghiordes (nodo turco).
O
ORDITO:
insieme di fili tesi sul telaio nel senso della lunghezza
del tappeto, sui quali vengono fissati i nodi.
PALAS:
indica i Kilim caucasici lavorati con la tecnica a
stacchi.
PARMAK:
sono così chiamati i Kilim con disegno a dita.
PELO:
la parte superiore morbida del tappeto costituita
dall'insieme dei nodi. Viene detta anche vello.
PEZZOTTO:
tessuto della Valtellina formato da varie parti cucite
assieme.
PREGHIERA (tappeto da):
piccolo tappeto, decorato col mihrab, utilizzato per la
preghiera musulmana.
Q
R
S
SAF:
tappeto da preghiera con diversi mihrab, destinato alla
preghiera colettiva.
SCOLORITURA (del colore del tappeto in caso di
lavaggio):
in genere è causata da una colorazione non appropriata o
da un fissaggio insufficiente.
SEHNA:
città del Kurdistan (odierna Sanandaj) da cui prende il
nome del nodo utilizzato dagli artigiani persiani.
SHIRASI:
rinforzo dei bordi laterali, talvolta con punti omamentali
o con strisce di tessuto.
SILEH:
tappeto del Caucaso lavorato con la tecnica delle trame
avvolte. Ha un grande disegno a draghi a forma di S.
SUBBIO:
trave di legno del telaio sulla quale si avvolge l'ordito
e la parte del tappeto già realizzata.
SUMAK:
originario del Caucaso russo, questo termine identifica
certi tappeti a trame avvolte che hanno la particolarità di
avere sul retro i residui dei fili della trama. Durante il
XIX secolo i Sumak erano una produzione esclusivamente
caucasica; in seguito questa tessitura la si trova anche in
certi tappeti dell'Africa settentrionale.
STELLA:
a 4, 6, 8 o 12 punte, utilizzata come motivo decorativo.
SVASTICA:
simbolo solare, originario dell'India, costituito da una
croce con quattro bracci uguali e ripiegati ad angolo retto
a sinistra o destra.
T
TABACHI:
parola persiana che indica il pelo tratto da animali
morti.
TATTO:
la qualità del tessuto di base e del pelo apprezzabile
con le mani.
TELAIO:
attrezzo costituito da diverse parti connesse tra loro sul
quale si annodano i tappeti.
TESSUTO PIATTO:
termine per indicare tappeti tessuti e non annodati.
TRAMA:
insieme di fili che si intrecciano con le catene
dell'ordito e fissano i nodi del tappeto. Possono essere in
lana, cotone o seta e assicurano la solidità del tappeto.
V
VERNEH:
tecnica di tessitura simile al Sileh.
Y
YATAK:
tappeti dal pelo molto alto e tessuti in modo grossolano,
tipici della Turchia centro-orientale, sui quali si dorme.
Indicazione di misura.
Z
ZAR:
termine iraniano che indica una unità di misura superiore
al metro.
ZARONIM:
termine iraniano impiegato per tappeti la cui dimensione
è di circa 150 x 100 centimetri.
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