Le piante impiegate per la tintura della lana dei tappeti
CURCUMA
Pianta appartenente alla famiglia delle Zingiberacee. Genere
comprendente erbe rizomatose dalle lunghe foglie semplici e dai
fiori disposti in densi grappolispiciformi. Abitano l'Asia
tropicale. Dalla CURCUMA longa, coltivata in India, si ricava una
materia colorante gialla, la curcumina, che si adopera in
tintoria.
INDACO
Sostanza colorante azzurra conosciuta e impiegata sin dalla più
remota antichità, ancor oggi uno dei coloranti più importanti.
Indaco naturale: è contenuto sotto forma di glucoside indacano in
diverse piante del genere Indigofera (Indigofera Tinctoria,
Leptostachya, ecc.), che crescono in India, Cina e in altre
regioni tropicali e subtropicali; in Europa si coltivava un tempo
per l'estrazione dell'INDACO l'Isatis tinctoria (guado dei
tintori).
L'INDACO si estrae lasciando macerare in acqua le foglie o
l'intera pianta raccolta nel periodo della fioritura. Sotto
l'azione di enzimi contenuti nella stessa pianta l'indacano si
scinde in glucosio e indosile che, per azione dell'aria, si ossida
a INDACO che si separa in fiocchi azzurri. L' INDACO naturale
contiene oltre alla sostanza colorante azzurra detta indigotina o
blu d'INDACO, che ne è il costituente principale, quantità più
o meno grandi di indirubina o rosso d'INDACO, sostanza colorante
rossa, di bruno d'INDACO, sostanza bruna solubile in acqua, di
canferolo, o giallo d'INDACO, un derivato flavonico, di sostanze
azotate (glutine d'INDACO) e di ceneri.
MALLO
È la buccia che riveste il guscio legnoso delle noci;
dapprima è verde punteggiata di nero, poi a maturità si fende e
si distacca, annerendo completamente. Ha sapore acerbo e aspro e
poco odore. Botanicamente il mallo è una parte del frutto della
noce essendo infatti costituito dall'eso- e mesocarpo;
l'endocarpio invece lignificandosi è andato a costituire il
guscio sopracitato. Nel mallo si trova un principio acre e amaro
(inglandina) il quale sotto l'azione prolungata dell'aria e
dell'umidità si trasforma in una sostanza nera, insipida,
insolubile. Nel mallo si trova inoltre un particolare tannino
sotto forma di un composto simile all'acido pirogallico, il quale
si colora pure in nero all'aria. Per tali sostanze la buccia della
noce viene utilizzata per tingere capelli, per rinvigorire e
uniformare la colorazione dei legnami, come colorante di tessuti.
ROBBIA
Con questo nome e con quello di garanza si indica la radice
macinata della Rubia Tinctorum, pianta erbacea perenne delle
Rubiacee, coltivata per le sue proprietà tintorie (in varie
gradazioni di rosso), fin dalla più remota antichità in India,
Persia, Egitto, nota ai Greci e ai Romani venne introdotta
dall'oriente in tutta italia e Francia: nel 1600 venne coltivata
nell'Alsazia, in Slesia, in Olanda.
Dopo il 1870, in seguito alla preparazione sintetica della
alizarina (C14 H8 O4) il prodotto viene venduto in pasta al
20-40%, tinge cotone, lana, seta. Il cotone deve essere prima
inzuppato in olio per rosso turco o solforicinato, principio
colorante della robbia, la sua importanza declinò; la
coltivazione è ora praticata solo in oriente.
La Rubia Tinctorum ha fusto sottile quadrangolare, piccole
foglie lanceolate, riunite in verticilli, fiori gialli terminali,
radici numerose e ramificate. La radice fresca è cilindrica,
lunga 20-30 cm., spessa 1-2 cm., con una cuticola di colore bruno
rossiccio cui segue uno strato giallo. Le radici vecchie
contengono una quantità maggiore di quelle giovani di colorante,
per questa ragione si raccolgono nel terzo anno di vita (colorante
2%). Dopo essicamento e macinazione, forma una polvere color
zafferano.
ZAFFERANO
Questo nome designa propriamente gli stimmi del fiore di
Crocus Sativus (fam. Iridecee); per estensione lo si usa per
indicare la pianta stessa, che è alta una decina di centimetri,
dotata di bulbo-tubero rotondeggiante, carnoso, ricco di amido,
rivestito di tuniche membranose brune; tale bulbo (che si pianta
solitamente in luglio-agosto) produce dapprima un ciuffo di foglie
erette, lineari, nel cui centro si forma lo scapo fiorale, per lo
più uniflor. La fioritura avviene in autunno.
Lo zafferano, noto sin dall'antichità (è menzionato già in
un papiro egiziano del 1550 a.C.) coltivato in Spagna sin dal X
secolo, si coltiva oggi principalmente in Francia, Spagna,
Iugoslavia (Macedonia), Russia, Iran, Italia, specialmente in
Abruzzo. La raccolta dei fiori deve avvenire la mattina prima
delle 10 (più tardi gli stimmi appassiscono); si staccano gli
stimmi con le unghie e si seccano con opportune cautele (se la
temperatura è troppo alta lo Zafferano divento nero o turchino
scuro, se troppo bassa ammuffisce). Occorrono 80 Kg. di prodotto
fresco per ottenere 1 Kg. di Zafferano commerciale. Per essere
considerato un buon prodotto 1 mg. di Zafferano deve colorare
sensibilmente 700 g. di acqua. L'elemento colorante è un
glucoside: la crocina.